TESTIMONIANZE NELLA QUARTA UDIENZA PRELIMINARE DEL 7 GENNAIO 2011: DAN MEYERS, SADE ANDING, BRIGETTE MORGAN, NICOLE ALVAREZ, ELISSA FLEAK
La quarta udienza è cominciata con il controinterrogatorio al detective del LAPD DAN MYERS da parte dell’avvocato difensore Ed Chernoff che ha cercato di approfondire il suo lavoro investigativo, azione che ha generato una sequenza di obiezioni da parte dell’accusa accolte dal giudice Pastor.
Myers ha dichiarato di aver interrogato la Signorina SADE ANDING in Texas dopo aver verificato sui tabulati telefonici che fosse stata lei la destinataria della telefonata di Conrad Murray alle 11.51 am del 25 giugno 2009 e di aver parlato con lei anche prima dell’udienza.
A questo punto è stata proprio SADE ANDING ad essere convocata al banco dei testimoni. La Anding conobbe Murray tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2009 al Sullivan Steak House di Austin, Texas, presso il quale lavorava da circa 2/3 mesi servendo cocktail. Il procuratore Deborah Brazil le ha chiesto se era la ragazza di Murray al tempo e lei ha risposto di sì.
Ha confermato di aver ricevuto una telefonata sul suo cellulare da Conrad Murray nel pomeriggio del 25 giugno 2009, intorno a quelle che lei ricorda fossero le 12.30 ad Austin (le 11.30 a Los Angeles).
Murray le telefonò per salutarla e lei, che lo aveva visto l’ultima volta il 23 maggio 2009 a Houston, Texas, lo interruppe subito cominciando a raccontargli la sua giornata. Poi, la Anding sentì suonare un altro telefono e quindi un borbottio di voci, dopodichè la telefonata che lei aveva ricevuto venne chiusa. Non si era resa conto subito che Murray avesse smesso di ascoltarla, quando non sentì dirgli nulla chiese conferma del fatto che fosse ancora in linea senza ricevere alcuna risposta. Brazil le ha chiesto se tra quelle voci che udì borbottare riconobbe quella di Murray e lei ha risposto di no. Provò a ricontattare Murray, che insolitamente non la richiamò.
Considerando l’intervallo temporale tra questa telefonata delle 11.51 am della durata di 11 minuti, durante la quale presumibilmente Murray si rese conto delle condizioni di Michael, e la telefonata al 911 partita alle 12.21 pm, CI SONO ALMENO 20 MINUTI DI TEMPO DI ATTESA DA PARTE DI MURRAY PRIMA DI CHIAMARE I SOCCORSI PER MICHAEL CHE AVEVA SMESSO DI RESPIRARE.
La Anding ha poi ricordato di aver avuto la sua ultima conversazione con Murray quando i poliziotti di Los Angeles la raggiunsero a Houston nel 2009. La Anding, che era ad una partita di baseball, chiamò Murray per dirgli che la polizia era arrivata a casa sua e lui le rispose che era dispiaciuto di averla messa in quella posizione e le richiese di chiamare un avvocato.
La testimone successiva è stata BRIDGETTE MORGAN, che ha dichiarato di aver conosciuto Murray in un club nel 2003 e di aver instaurato un rapporto sociale con lui. La Morgan ha confermato di aver chiamato Conrad Murray quella mattina del 25 giugno, ma senza riuscire a parlarci.
L’accusa ha chiamato poi l’attuale compagna di Murray, NICOLE ALVAREZ, che ha reso una testimonianza caratterizzata da molti “Non ricordo” e “Può ripetere la domanda?”. Anche lei conobbe Murray in un club dove lavorava nel 2005, il club era a Las Vegas ma la Alvarez viveva a Los Angeles e faceva la pendolare per raggiungere il suo posto di lavoro. Le è stato chiesto quanto tempo dopo il loro primo incontro cominciarono ad avere una relazione e la Alvarez non ha saputo indicarlo con precisione, dicendo che ci era voluto un pò e che si vedevano sia a Las Vegas che a Los Angeles. Il giudice ha accolto le obiezioni della difesa quando l’accusa ha cercato di sapere se Murray avesse detto alla Alvarez di essere ancora sposato nel momento in cui ebbe inizio la loro storia. La Alvarez ha confermato la nascita del loro bambino nel mese di marzo del 2009. In merito alle abitudini di Murray nei mesi di aprile, maggio e giugno 2009, la Alvarez ha ripetutamente interrotto l’interrogatorio chiedendo che le venissero riformulate le domande perchè era sua intenzione essere accurata il più possibile. Per tutti e tre i mesi, ha specificato che il dottore si tratteneva da lei a Los Angeles non più di due settimane al mese e non consecutive, ma 2/3 giorni a settimana. Ha risposto di non sapere esattamente dove lui fosse negli altri giorni e di sentirlo al telefono, ma non quotidianamente.
Quando l’accusa le ha chiesto se Murray avesse contribuito a pagare l’affitto della sua residenza di 2.500 dollari al mese, ha risposto che sebbene lui a volte l’avesse aiutata, l’affitto era sua responsabilità e comunque lei a quel tempo stava lavorando come attrice a diversi progetti.
La Alvarez ha estenuato il procuratore Brazil con “vuoti di memoria” riguardo a quando lei divenne consapevole che Murray stesse lavorando per Michael Jackson e gli stesse fornendo assistenza medica, non ricordando nemmeno il periodo nel quale si rese conto di essere incinta. Alla fine, ha solo detto che “ad un certo punto” lei prese consapevolezza del fatto che Murray fosse il medico personale di Michael, ma lui non le raccontò mai assolutamente nulla. Le è sembrato appropriato affermare che Murray si recasse da Michael durante la notte, lasciando il suo appartamento tra le 09.00 e le 10.00 pm, quando lei era solita mettere a letto il loro figlio, e tornare la mattina del giorno successivo, ma non ad un orario solito.
La Alvarez sapeva che Murray sarebbe andato in Inghilterra. Era stata invitata a seguirlo, anche se non ricorda esattamente quando, ma era entusiasta all’idea e voleva partire insieme al bimbo. Il procuratore Brazil ha poi diretto l’interrogatorio sui pacchi destinati a Murray che furono recapitati tra aprile e giugno 2009 presso la residenza dell’Alvarez. Lei ha precisato che Murray l’avvisò semplicemente di queste consegne chiedendole di portare al sicuro i pacchi dentro casa, senza aggiungere null’altro ad esempio sul loro contenuto. Le consegne avvennero un pò di volte, ma la Alvarez non le ha definite a scadenza regolare.
Quando l’accusa ha mostrato alcune ricevute dei corrieri espresso che facevano consegne per il Dottor Murray presso la residenza della Alvarez, fra le quali sei consegne dalla farmacia di Las Vegas (la farmacia presso la quale Murray si riforniva del Propofol), la donna ha esitato nel riconoscere la sua firma, non ha saputo dire di chi fossero quelle che ha indicato con certezza come non sue e ha precisato di non aver mai aperto nulla che fosse indirizzato a Murray. L’accusa le ha chiesto se aveva contattato l’avvocato Chernoff dopo la morte di Michael, lei ha risposto che non ce ne sarebbe stato motivo e che ha contattato l’avvocato solo dopo aver ricevuto un mandato di comparizione. L’accusa ha cercato inoltre di sapere dalla teste se lei sapesse che Murray aveva altri 6 figli quando cominciarono la loro relazione, ma il giudice ha accolto l’obiezione della difesa. La Alvarez si è infine detta sicura che il padre di suo figlio sia proprio Conrad Murray.
L’ultima testimonianza della giornata è stata di ELISSA FLEAK, un’investigatrice per il Coroner della contea di Los Angeles, da 8 anni in questa posizione. Appresa la notizia della morte di Michael Jackson, la Fleak riuscì a raggiungere l’UCLA Medical Center alle 05.20 pm del 25 giugno 2009 per fare delle osservazioni sul corpo del deceduto, ad esempio per cercare delle ferite da taglio, e ha detto che non fu trovato nulla.
Ha specificato di aver ottenuto dallo staff medico dell’UCLA 4 campioni di sangue di Michael (sulle fiale c’era lo pseudonimo Gershwin) per le analisi tossicologiche.
Dopo essere andata in ospedale, si recò a Carolwood per i rilevamenti a casa di Michael, in particolare nella camera da letto. Fotografò degli elementi che ritenne pertinenti alla causa della morte, a partire dai numerosi flaconi di pillole sul comodino a destra del letto. La Fleak fece l’inventario di tutte le prescrizioni mediche che rinvenne nella stanza, riportato sui documenti del Coroner.
Le prescrizioni recuperate sono:
Flomax, Clonazepam, Diazepam, Lorazepam, Temazepam, Trazodone e Tizanidine.
C’erano pillole di Vicodin e un tubetto di Lidocaina sul comodino. C’era anche il Benoquin.
La Fleak documentò anche chi era il dottore che aveva fatto quelle prescrizioni e ne risulta che:
Diazepam (Valium), Flomax, Lidocaina, Lorazepam (Ativan) e Temazepam erano state prescritte dal Dr. Murray; il Clonazepam e il Trazodone dal Dottor Metzger; nome mancante prescritto dal Dr. Klein (è presumibile il Benoquin visto che è il farmaco usato nel trattamento della vitiligine).
Alla Fleak sono state mostrate le foto della stanza di Michael per riconoscere tutti gli oggetti presenti: siringhe sul tavolo, aghi sul pavimento, una sacca dell’urina, diversi assorbenti per l’urina, una scatola aperta di aghi ipodermici, un catetere endovenoso, una sacca con soluzione salina.
E due flaconi vuoti: uno di Propofol da 200 mg, l’altro potrebbe essere il Lorazepam.
La Fleak fece una seconda ispezione nella casa di Michael il 29 giugno 2009. Alla camera da letto di Michael era allegata un’altra stanza, per descriverla sono state mostrate delle foto, sembra ci fosse una zona armadio della grandezza di una camera normale dove sono state recuperate altre prove da un paio di borse, tra cui un flacone di Propofol all’interno di una sacca tagliata, 3 fiale di Lidocaina aperte, due vuote ed una con un pò di liquido all’interno, altri flaconi di Propofol, alcuni da 100 ml altri da 20 ml, 1 flacone da 10 ml di Lorazepam aperto con un pò di liquido all'interno e 2 flaconi da 10 ml di Midazolam, entrambi aperti e con un pò di liquido dentro. C’era anche una bottiglietta di pillole rosse che non aveva nessuna etichetta sopra, ma poi si è scoperto che si trattava di 14 capsule di efedrina; un sonnifero da banco; 5 card per l’autobus del Dottor Murray; un morsetto per l’endovenosa; una striscia blu di gomma riconosciuta usata come laccio emostatico secondo la Fleak.
Dopo aver letto anche l’inventario di tutto questo altro materiale ritrovato il 29 giugno, l’accusa ha chiesto se era corretto dire che in totale la Fleak aveva contato 11 FLACONI DI PROPOFOL (alcuni sono da 100 ml, altri da 20 ml) e lei ha risposto di sì. In aggiunta a quello vuoto trovato sul pavimento il 25 giugno, nella stanza di Michael ERANO 12 I FLACONI DI PROPOFOL. Ha confermato anche la presenza di 6 flaconi di Lidocaina in aggiunta al tubetto con la lozione.
Nel controinterrogatorio alla Fleak, la difesa del Dottor Murray ha cominciato a delineare la propria strategia di difesa, che punta sul fatto che Michael Jackson, per la frustrazione di non riuscire a dormire quel giorno, si sia autoiniettato da solo la dose di Propofol che alla fine lo ha ucciso. L’ avvocato della difesa J. Michael Flanagan ha fatto ad Elissa Fleak alcune domande che alludono a questa teoria, ad esempio se per Jackson fosse stato possibile raggiungere dal letto gli oggetti presenti sul tavolino accanto ad esso, ma il giudice ha sempre accolto le obiezioni dell’accusa a riguardo. La Fleak ha anche detto che nè sulle borse nè sui flaconi sono state fatte analisi sulle impronte digitali. Ha chiarito che il 29 giugno tornò a Carolwood su suggerimento dei detective del LAPD che le indicarono quella stanza adiacente che il 25 lei non aveva ispezionato, così come il 25 non aveva raccolto nessun farmaco iniettabile perchè solitamente sono i medicinali in pillole che cerca e quel giorno non sapeva nemmeno cosa fosse il Propofol e che potesse essere somministrato per via endovenosa. Flanagan le ha chiesto se aveva notato sul tavolino accanto al letto delle bottigliette vuote di succo di frutta con l’etichetta “Naked Juice Company” e la Fleak ha risposto di sì ma che non le aveva raccolte.
Fonti: http://sprocket-trials.blogspot.com/2011/01/dr-conrad-murray-prelim-day-4-part-i.html
http://sprocket-trials.blogspot.com/2011/01/dr-conrad-murray-prelim-day-4-part-ii.html
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