Processo Murray: 2° GIORNO, 28 settembre 2011. Testimonianza di Michael Amir Williams
Il terzo a salire sul banco dei testimoni nella seconda giornata di processo per conto dell’accusa è stato Michael Amir Williams, l’assistente personale di Michael Jackson.
Venne assunto approssimativamente nel giugno del 2007, inizialmente come addetto all’archivio della cineteca di Jackson, poi divenne suo personale assistente. Si occupava di programmare gli impegni di Michael giorno per giorno, pianificandone i viaggi, gli spostamenti, e rispondeva a tutto ciò di cui Jackson poteva avere bisogno. Lui sentiva di avere un rapporto amichevole con Jackson.
Amir venne impiegato alla residenza di Carolwood, dove vivevano Michael Jackson ed i suoi tre figli, alla fine del 2008, più o meno verso Natale. Amir era colui che faceva da intermediario fra Jackson ed il resto del personale e della sicurezza, trascorreva le sue giornate fra commissioni varie e nella roulotte della sicurezza.
Il procuratore Walgren ha mostrato ad Amir una serie di foto per l’identificazione dei figli di Jackson, della residenza, della roulotte della sicurezza e della porta di ingresso della casa.
Amir ha fatto notare una scalinata a spirale che conduce al piano superiore ed una porta che conduce al retro della casa.
Amir ha ricordato qual era la routine di trasporto di Michael alle prove: generalmente, il personale di sicurezza predisposto ad anticipare l’arrivo di Jackson nelle sue destinazioni faceva strada, nel mezzo c’era il veicolo nel quale viaggiava Michael Jackson, sul sedile posteriore, mentre lui era seduto davanti sul sedile del passeggero e in coda un veicolo con il personale di sicurezza. Michael Jackson si fermava spesso per salutare i fan e parlare con loro, per mostrare ai suoi fan che lui li amava. Anche all’esterno delle location per le prove c’erano sempre fan ad aspettarlo. Se qualcuno della sicurezza avesse fatto qualcosa contro i fan, avrebbe dovuto vedersela con Amir. Durante le prove, se non era impegnato a sbrigare faccende commissionategli da Michael, lo ammirava mentre si esibiva sul palco. Per tornare a Carolwood la routine di trasporto era la stessa. Quando Jackson arrivava presso casa sua, si fermava ancora per salutare i fan e ricevere i loro regali. Questi regali poi venivano raccolti da Amir che li lasciava sui primi due gradini della scalinata a spirale. Amir solitamente non andava al piano di sopra perché a Michael piaceva avere la sua privacy. Tutto il personale di sicurezza rispettava questo e andava al piano di sopra solo su specifica richiesta di Jackson.
Amir ha identificato l’imputato Murray dicendo di averlo visto nella seconda parte del 2007 quando Murray fece una visita a Michael nella sua casa di Las Vegas, prima che andasse in Virginia. Amir poi incontrò Murray nel 2008 a Las Vegas. Amir chiamava Murray su richiesta di Jackson per la cura dei figli di Michael quando vivevano a Las Vegas.
Amir vide frequentemente Murray a Carolwood nei mesi di aprile, maggio e giugno del 2009. Generalmente Murray rimaneva la notte a Carolwood, Amir ha identificato l’automobile di Murray mostratagli dal procuratore Walgren. Amir di solito vedeva l’auto di Murray parcheggiata in cortile la notte e al mattino. Jackson, anche se aveva un suo cellulare, chiese ad Amir alcune volte di mettersi in contatto con Murray.
Walgren ha chiesto ad Amir di descrivere gli eventi della sera del 24 giugno 2009. Amir ha detto che si svolse la solita routine per portare Michael alle prove, che si stavano tenendo allo Staples Center. Amir ha detto che erano in ritardo quella sera, uscirono verso le 5 o le 6 del pomeriggio. MJ era di buon umore e voleva arrivare in tempo. Amir ha detto che le prove del 24 furono favolose. "Michael Jackson mi disse che aveva dato il 30/40% durante quelle prove. Ma io ho pensato che fosse stato fantastico".
Anche quella sera, Jackson si era fermato a parlare con i suoi fan.
Al ritorno dallo Staples, Amir vide l’auto di Murray parcheggiata in cortile.
Amir prese i regali dei fan, li mise sui gradini della scala e diede la buonanotte a Jackson. Dopo una breve riunione con il personale di sicurezza, che faceva dei controlli sul perimetro della casa e poi rimaneva nella roulotte, Amir lasciò Carolwood per tornare al Downtown di Los Angeles, dove vive.
Il 25 giugno 2009 alle 12:13 pm Amir ricevette una telefonata dal dottor Murray. Amir era sotto la doccia e Murray gli lasciò questo messaggio in segreteria:
http://www.youtube.com/watch?v=YO7-7gHdGF0
“Richiamami immediatamente, richiamami subito, grazie”
Amir lo richiamò alle 12:15 pm e Murray gli disse: “Vieni qui immediatamente, lui ha avuto una brutta reazione, ha avuto una brutta reazione. Manda qualcuno qui sopra subito”. Murray non gli disse di chiamare il 911.
Walgren ha proiettato sullo schermo i tabulati telefonici dell’iPhone di Amir.
Amir alle 12:16 pm chiamò Faheem Muhammad che gli disse di non essere a Carolwood perché era andato in banca. Amir gli disse di rientrare immediatamente alla residenza.
Amir cercò di mettersi contatto con Alberto Alvarez e poi con Derek Cleveland, ma non riuscì a raggiungere nessuno dei due.
Amir provò a richiamare Alvarez che finalmente riuscì a raggiungere e gli disse di correre dentro casa di Michael. Alvarez corse all’ingresso dove la tata dei figli di Michael gli aprì la porta. Alvarez salì di corsa le scale e poi interruppe la telefonata con Amir.
Amir fece diverse telefonate in quei 30/40 minuti che gli ci vollero per raggiungere Carolwood da casa sua. Quando Amir arrivò alla residenza, vide l’ambulanza e i medici che stavano trasportando Michael sulla barella. Amir vide Murray vicino all’ambulanza in forte stato di agitazione.
La preoccupazione di Amir fu per i figli di Michael, che mise in un’auto a seguito dell’ambulanza. In quell’auto, c’erano anche lui, la tata dei bambini e l’autista, Faheem Muhammad.
Lungo il tragitto per l’UCLA, c’erano diversi paparazzi e persone che seguivano l’ambulanza. Arrivati all’ospedale, Amir cercò di proteggere i figli di Michael scortandoli fino ad una stanza privata insieme alla tata e facendo la guardia alla porta. Poi, tornò verso il posto in cui si stavano prendendo cura di Michael e vide arrivare Frank Dileo, Randy Phillips e i familiari di Michael. Poco dopo, apprese che Michael Jackson era stato dichiarato morto.
Murray gli si avvicinò dicendogli che a casa di Michael c’era una crema che lui era sicuro che a Michael Jackson non sarebbe piaciuto che il mondo venisse a sapere e gli chiese se lui o qualcun altro potevano riportarlo a Carolwood. Amir gli disse: “Mi lasci controllare”. Amir non voleva riportare Murray a Carolwood, lui era emotivamente provato e ne parlò con Faheem Muhammad. Entrambi furono d’accordo a non voler riportare indietro Murray: “Non possiamo permettere che lui rientri in quella casa”. Faheem disse ad Amir: “Non gli darò le chiavi” ma era spaventato. Amir allora disse a Murray: “Non possiamo riportarla a casa, la polizia ha già trattenuto le mie chiavi”, cosa che non era vera.
A quel punto, Murray disse che lui aveva fame e voleva un passaggio per andare a mangiare. Amir scrollò le spalle.
Amir disse a Faheem di chiamare la sicurezza a Carolwood per dare istruzioni che a nessuno fosse permesso entrare o uscire dalla residenza. “Dì loro di metterla sotto chiave”.
Amir non vide più Murray dopo che lui gli aveva detto che aveva fame. Amir fornì alla polizia i recapiti di Murray. Dopo che Jackson venne dichiarato morto, Amir e le altre guardie del corpo prepararono le auto e guidarono per ingannare i media e fare in modo che la famiglia Jackson potesse lasciare l'ospedale senza essere seguita. Lungo la strada, Amir ricevette una telefonata dove veniva richiesto al personale di sicurezza di tornare a Carolwood, dove loro parlarono con la polizia.
Era normale che ci fossero bombole d'ossigeno. La sicurezza abitualmente le prendeva e le portava in casa.
CONTROINTERROGATORIO DELLA DIFESA DI ED CHERNOFF:
Chernoff ha esaminato le telefonate tra Murray ed Amir. Gli ha chiesto se gli fosse sembrata un'emergenza. Amir ha risposto che quando ha richiamato Murray lui non ha detto: “E’ un’emergenza” ma “ha avuto una brutta reazione” e a quell’espressione lui personalmente non ha pensato a nulla di fatale, per questo non ha chiamato il 911. “Lui mi disse cosa fare ed io ho fatto quello che il dottore mi disse di fare, andare lì immediatamente".
Chernoff gli ha fatto notare che la sua telefonata con Murray dura 35 secondi e tutto quello Murray gli disse di quella situazione fu: “ha avuto una brutta reazione”.
Amir: Mi ha detto: “Il Signor Jackson ha avuto una brutta reazione. Vieni qui immediatamente. Manda qualcuno qui subito” e questo escludendo la mia parte di conversazione. Io ho provato a seguire le sue istruzioni nel miglior modo possibile.
Chernoff gli ha chiesto della sicurezza della casa 24 ore su 24 e Amir ha confermato che c’erano 2 guardie del corpo nella proprietà 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. La casa aveva dei cancelli costantemente sorvegliati e monitorali dalla sicurezza, se qualcuno si avvicinava ai cancelli questi non venivano semplicemente aperti. Chernoff gli ha fatto anche l’esempio dei familiari di Michael e Amir ha detto che solo su autorizzazione di Michael i cancelli venivano aperti.
A questo punto Chenoff gli ha detto: “Infatti il 13 maggio si presentarono ai cancelli Joe e Randy Jackson, è così?” ma il giudice ha accolto l’obiezione dell’accusa e a questo punto ha chiamato la pausa pranzo.
SESSIONE POMERIDIANA - RIPRENDE IL CONTROINTERROGATORIO DI ED CHERNOFF:
Chernoff ha continuato le sue domande sui dettagli di sicurezza a Carolwood. Ha chiesto ad Amir se nella proprietà c’erano linee telefoniche fisse e Amir ha detto che era una buona domanda, che non lo sapeva ma non ricorda di averne mai usato una. Il giudice poi ha accolto l’obiezione dell’accusa quando Chernoff voleva sapere se qualche altra guardia del corpo avrebbe saputo rispondere in merito a questo.
Chernoff ha chiesto ad Amir quale fosse il protocollo stabilito in caso di emergenza a Carolwood, per esempio se a qualcuno dei figli di Michael fosse successo qualcosa. Amir ha detto che se ci fosse stato lui avrebbe chiamato il dottor Murray e Michael e se non ci fosse stato lui, anche gli altri della sicurezza avevano il numero del dottor Murray, quindi avrebbero chiamato lui o in sua assenza il 911.
Chernoff ha ricordato la telefonata di Murray ad Amir dicendo che lui gli aveva chiesto di mandargli uno della sicurezza, ma Amir lo ha corretto dicendo che Murray aveva solo detto di mandargli “qualcuno”. Chernoff allora ha fatto notare ad Amir che lui aveva chiamato tutte guardie del corpo e lui ha risposto: “Io ho chiamato la sicurezza, ma lui non ha detto di mandargli la sicurezza, la domanda era cosa mi avesse chiesto Murray”.
Amir ha detto che se Murray gli avesse chiesto di chiamare il 911, lui avrebbe fatto esattamente quello. Chernoff allora gli ha chiesto nel caso in cui lui avesse ricevuto un messaggio vocale di Murray in cui gli diceva di chiamare il 911, lui cosa avrebbe fatto, se chiamato il 911 o richiamato Murray. Amir dice che lo avrebbe anche richiamato, ma avrebbe chiamato il 911 perché non avrebbe pensato che Murray stesse scherzando e l’avrebbe preso seriamente. Chernoff allora gli ha domandato se avrebbe chiamato prima il 911 e Amir e ha detto: “Sì, se lui mi avesse lasciato un messaggio dicendomi: Michael, chiama il 911 e vieni a casa subito, avrei fatto esattamente quello e poi lo avrei richiamato”.
Chernoff: Perciò, lei lo avrebbe fatto se avesse sentito questo nel messaggio, non avrebbe cercato prima di essere coinvolto in prima persona per capire prima che cosa era successo.
Amir: Il dottor Murray era il medico personale del Signor Jackson. Se lui mi avesse telefonato e detto di chiamare il 911 e poi di andare dritto a casa, avrei fatto quello e poi sarei andato.
Chernoff: Che cosa avrebbe fatto solo sulla base del messaggio vocale?
Amir: L’avrei preso sul serio, sì signore.
Chenoff: E l’avrebbe fatto (chiamato il 911).
Amir: Sì, signore.
Chenoff: Perciò, quando lei richiamò il dottore, lei impiegò del tempo per cercare di capire che cosa era successo.
Amir: Sì, signore.
Chernoff: Perché lei voleva sapere quello che era successo. Giusto?
Amir: Sì, signore.
Chernoff ha insistito perché Amir riconoscesse che quella telefonata, quel messaggio vocale da Murray, era una circostanza insolita ma Amir ha detto che non era insolito scambiare delle telefonate con Murray, era già avvenuto prima che per esempio Jackson avesse bisogno di medicine e aveva chiesto ad Amir di chiamarlo, questo era normale.
Chernoff ha detto ad Amir che allora la sola cosa insolita della telefonata di Murray era che lui disse: “ha avuto una brutta reazione”.
Amir: Lui ha detto: “ha avuto una brutta reazione, vieni qui immediatamente”. Quello che ho sentito non è stato: chiama il 911, fai presto, qualcosa del genere, io non ho sentito dirgli queste cose, lui ha detto: “ha avuto una brutta reazione, vieni immediatamente a casa”.
Chernoff: Perciò lei sta dicendo che non c’era nulla di insolito in quella telefonata.
Amir: Non ho mai detto questo signore.
Chernoff: Lo era o non lo era?
Amir: Lo era, sì.
Chernoff: Lei non aveva mai ricevuto una telefonata del genere dal dottor Murray prima di allora…
Amir: Non con quel tono, signore.
Chernoff: Com’era quel tono?
Amir: Il tono che abbiamo sentito nel messaggio vocale.
Chernoff ha continuato a chiedere se secondo Amir non fosse insolito che Murray chiamasse prima lui, Amir, in una situazione di emergenza ed Amir ha detto che se il signor Jackson stava morendo, sì, lo sarebbe stato.
Chernoff poi ha ricordato ad Amir che lui aveva chiamato prima Faheem e poi Alvarez, le guardie del corpo che avevano più familiarità con il Signor Jackson, e poi gli ha chiesto quanto fossero familiari per lui. Amir ha detto di conoscere Faheem da 10 anni e Alvarez poco meno di cinque.
Chernoff ha fatto delle domande ad Amir su Alvarez: Amir ha detto che a Carolwood Alvarez aveva un impiego full-time, che era tornato alla fine del 2008 dopo non esserci stato per qualche mese, era tornato su specifica richiesta di Michael.
Chernoff ha detto che quando Alvarez tornò c’era stato il cambio di tutto il personale di sicurezza, ma l’accusa ha fatto obiezione e il giudice ha invitato Chernoff a non argomentare, ma a chiedere. Chernoff ha quindi domandato ad Amir se lui ha familiarità con la società “Security Measures” che lavora nell’ambito del personale di sicurezza e Amir ha detto di sì, che loro sono tornati quando Michael si è trasferito a Carolwood e ha confermato di essere stato il tramite per il loro ritorno, precisando che era stato il Signor Jackson a chiedere il loro ritorno. Chernoff voleva sapere se Alvarez e Faheem erano loro dipendenti, Amir ha detto che entrambi lavoravano per Jackson anche prima del ritorno di quella società, che Faheem ci aveva lavorato in passato, ma che comunque non erano sul loro libro paga.
Chernoff è tornato al 25 giugno 2009, dopo che Michael venne dichiarato morto, chiedendo ad Amir cosa aveva fatto. Amir ha spiegato che lui ed altri della sicurezza caricarono i loro Escalade e poi lungo la strada furono chiamati dalla polizia. Amir parlò con i poliziotti anche il 31 agosto 2009. Pure le altre due guardie del corpo Alvarez e Muhammad vennero convocati lo stesso giorno, ma ciascuno di loro fu interrogato separatamente dalla polizia. Amir ha detto che è possibile che abbia parlato con Alvarez e Faheem degli eventi del 25 giugno 2009 al telefono e quando si sono ritrovati alla convocazione della polizia, ma non c’è mai stato fra loro un incontro per parlarne.
Chernoff poi gli ha chiesto quando aveva fatto il video mostrato in aula del messaggio vocale di Murray. Amir ha detto di non ricordarlo, di averlo fatto dopo che i poliziotti gli dissero di tenere le prove delle telefonate di Murray. Chernoff gli ha chiesto se lo aveva fatto prima del 31 agosto 2009 e Amir ha detto di sì. Chernoff gli ha chiesto se qualcuno lo aveva aiutato a realizzarlo, Amir ha detto di sì, che però non era stato aiutato da Alvarez o da Faheem, ma da sua moglie. Chernoff ha voluto sapere perché Amir ha conservato solo i dettagli relativi a Murray del 25 giugno 2009 e Amir ha ribadito che era stata la polizia a dargli quelle indicazioni.
Chernoff ha poi fatto delle domande ad Amir sul suo rapporto con Michael in qualità di suo assistente personale. Amir ha detto che lui avrebbe fatto tutto quello che gli chiedeva Michael, tranne qualcosa di illegale, cosa mai successa naturalmente. Amir riceveva anche telefonate per conto di Michael, che aveva un suo cellulare per i familiari, i suoi amici intimi, anche per qualche socio in affari, per esempio quelli di AEG lo chiamavano sul suo telefono personale, ma a volte chiamavano anche Amir.
Chernoff ha ricordato che tra i compiti del suo lavoro c’era anche quello di prendere le prescrizioni mediche e Amir ha detto che sì, prendeva le prescrizioni mediche a nome di Michael e dei suoi figli. Amir ha confermato di aver accompagnato Michael anche dal dottor Klein, cosa che era diventata regolare negli ultimi tempi. Chernoff gli ha chiesto se Amir aveva avuto occasione di sentire la registrazione audio di Michael e lui ha detto che girando i notiziari gli era capitato. Chernoff gli ha chiesto se lui aveva mai sentito Michael Jackson parlare così piano prima, Amir ha risposto non a quel livello, ma lo aveva già sentito parlare così piano. Chernoff gli ha detto se questo era accaduto anche dopo che Michael si era recato nello studio di Klein e Amir ha detto che sì, qualche volta parlavo piano a quel modo, certamente non a quel livello, ma usciva dallo studio parlando più piano. Chernoff ha chiesto ad Amir se aveva mai fatto una telefonata per conto di Michael al dottor David Adams, Amir ha detto che il nome non gli è nuovo, è possibile, ma non ricorda.
Chernoff ha voluto sapere quando Amir lasciò Carolwood dopo esservi tornato per parlare con i poliziotti. Amir ha detto che lui rimase lì per aspettare la famiglia Jackson una volta che la polizia finì le investigazioni e alla casa furono tolti i sigilli, voleva assicurarsi che ci fosse qualcuno ad accogliere la famiglia di Michael. Poi, gli fu detto che quella notte stessa cambiò tutto il personale di sicurezza, chiamò probabilmente Frank Dileo o Randy Phillips per accertarsene. Non chiamò Tohme Tohme.
RIPRESA INTERROGATORIO PROCURATORE WALGREN:
Walgren ha chiesto ad Amir di quando Michael lasciava lo studio del dottor Klein, del fatto che parlasse lentamente. Amir ha dichiarato che non era insolito, ma nemmeno succedeva sempre.
Walgren ha fatto riferimento alla registrazione fatta da Murray di Michael Jackson in uno stato decisamente intossicato. Amir ha detto che l’ha sentita al notiziario perché ormai è ovunque. Walgren ha chiesto ad Amir se lui aveva mai sentito Michael in quelle condizioni estreme, Amir ha detto “Mai, mai in quelle condizioni estreme”. Walgren gli ha chiesto se sentirlo in quel modo lo aveva scioccato e Amir ha detto che è stato piuttosto triste.
RIPRESA CONTROINTERROGATORIO ED CHERNOFF:
Chernoff ha chiesto ad Amir se lui ha mai contattato Cherilyn Lee per conto di Michael Jackson e Amir dice di sì. Chernoff ha chiesto se Amir aveva mai chiamato la Lee perché Michael stava male e Amir ha risposto che lui no, ma una volta Faheem chiamò la Lee perché Michael Jackson non si sentiva bene.
Fonti: http://twitter.com/#!/MJJJusticePrjct
http://www.youtube.com/watch?v=bS_JRbfwu-I
http://www.youtube.com/watch?v=yU7Vd4tY-FU&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=xRdMvFQEmTI&feature=related
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