Nuova lettera a rai 2 dopo la messa in onda del programma "Delitti Rock"
Dopo aver riscontrato che la puntata dedicata a Michael Jackson dal programma "Delitti Rock" è stata solo il risultato di inesattezze e dicerie sulla sua morte e sulla sua vita, nonostante avessimo fornito con largo anticipo alla redazione tutte le informazioni e i documenti utili per preparare una trasmissione basata sulla verità dei fatti, ancora una volta abbiamo scritto e inviato loro questa lettera:
Spett. le Redazione,
scriviamo conseguentemente alla messa in onda della puntata su Elvis Presley e Michael Jackson. Abbiamo constatato che, nonostante avessimo fornito al programma, con largo anticipo, tutte le necessarie rettifiche alle inesattezze riportate dal testo del Sig. Guaitamacchi (http://www.facebook.com/topic.php?uid=180328751981695&topic=414) poco avete fatto per porre rimedio ed elargire un'informazione corretta e veritiera, mostrando chiaramente che la vostra è una consapevole VOLONTA’ di diffondere notizie FALSE E DISTORTE, ragione che rende ridicolo il vostro fregio di “servizio pubblico”.
Il materiale di cui era necessario che vi avvaleste per preparare una puntata sul signor Jackson, e che noi avevamo provveduto ad inoltrarvi in tutti i modi consentiti dal web, è costituito da documenti ufficiali, quali atti processuali, transcript di udienze, risposte di esperti, fonti che ancora una volta avete deliberatamente scelto di tacere.
Anzitutto, dobbiamo segnalare che l'utilizzo del termine "Jacko" con il quale avete sottotitolato la messa in onda del programma è radicato nel razzismo e che questo sia l’ennesimo risultato della vostra ignoranza non giustifica l’uso ingiurioso di cui vi siete resi responsabili.
Avete invitato a parlare sul caso una persona che ad un pubblico poco edotto sulla questione, quel pubblico che VOI dovreste informare, potrebbe apparire autorevole nell’esprimere delucidazioni sull'argomento: l'avvocato Brian Oxman, che rappresenta Joe Jackson, il padre di Michael.
Niente però è stato detto riguardo al fatto che Oxman, membro del team di difesa di Michael Jackson nel processo del 2005, fu licenziato praticamente in diretta tv dall'avvocato a capo del team, Thomas Mesereau, per i suoi comportamenti poco consoni e professionali e da allora Michael Jackson non volle più averci nulla a che fare.
L’avvocato Oxman si sta attualmente interessando della causa CIVILE, non penale, intentata da Joe Jackson contro la AEG Live, società organizzatrice della serie di concerti di Londra che Michael Jackson avrebbe dovuto eseguire. La causa CIVILE ha lo scopo di ottenere un risarcimento in DENARO per la morte di Michael Jackson e nel perseguirlo la competenza sul suo OMICIDIO da parte dell’avvocato Oxman è decisamente carente. Come esempio fra i tanti, facciamo notare che Oxman continua a riferire dati SBAGLIATI dell’autopsia di Michael Jackson: Oxman gli attribuisce una bronchite cronica, quando lui aveva una BRONCHIOLITE cronica e riguardo alla sua presunta dipendenza da farmaci, l’argomento merita un’ampia disamina che faremo più avanti, dimostrando l’imperizia dell’avvocato Oxman.
L’unica cosa alla quale Oxman ha dato risonanza in modo corretto è il fondato sospetto che il Dott. Murray non sia l'unico colpevole dell’omicidio di Michael Jackson.
Di seguito, elenchiamo le inesattezze riportate dalla vostra trasmissione, cercando di seguire, per quanto è possibile, l'ordine cronologico delle notizie esposte nella stessa. L'argomento farmaci, su cui avete incentrato la puntata, lo tratteremo in ultimo per dargli, come detto, il dovuto approfondimento.
1) Avete riferito che il cantante avesse una laringite e per questo motivo tardò a cominciare le prove l'ultimo giorno della sua vita, ma il referto autoptico non parla di nessuna infiammazione alla laringe né risulta che Michael Jackson sia arrivato allo Staples Center in ritardo rispetto alla sua tabella di marcia il 24 giugno 2009.
2) Il dottor Murray non entrò semplicemente "dopo" nella camera da letto di Michael Jackson: nell'interrogatorio con la polizia di Los Angeles il 27 giugno 2009, di cui adesso è disponibile anche la registrazione audio diffusa nel processo penale in corso, Murray ha dichiarato di essersi allontanato "per due minuti" dalla stanza del suo paziente dopo avergli somministrato il propofol e le benzodiazepine e al suo ritorno di essersi accorto che Michael Jackson aveva smesso di respirare. Il suo cuore da quel momento è sempre stato ASISTOLICO (tracciato PIATTO), perciò l’affermazione del signor Ghini riguardo al suo “polso debole” è una PURA INVENZIONE.
3) E’ ASSOLUTAMENTE FALSO che il dottor Murray non trovasse il cellulare: NE AVEVA BEN 2 A PORTATA DI MANO, COME DIMOSTRATO DAI TABULATI TELEFONICI che già nelle udienze preliminari avevano attestato un intenso uso degli stessi da parte di Murray proprio nell’intervallo di tempo in cui Michael Jackson andò in arresto cardiocircolatorio. Quei registri dicono che il dottor Murray chiamò un gran numero di persone, MA MAI CHIAMO’ IL NUMERO DI EMERGENZA 911.
4) L’avvocato Oxman ha dichiarato che il processo a Murray per omicidio colposo è partito da una sua denuncia. In realtà, il caso è stato classificato OMICIDIO quando il medico legale della contea di Los Angeles ha rettificato il certificato di morte.
Riguardo alla famiglia Jackson, Oxman ha detto che erano preoccupati per la salute di Michael, ma da documenti risalenti agli ultimi mesi della sua vita è accertato che Joe Jackson ed alcuni suoi fratelli ebbero contatti con lui per convincerlo a tornare sul palco per una reunion dei Jackson 5, fatto questo che mal si associa ad una premura per le sue condizioni.
L'avvocato Oxman ha affermato che Joe Jackson è stato un padre severo, ma amorevole, eppure lo stesso Michael raccontò di non aver mai ricevuto una carezza o un qualsiasi altro gesto affettuoso da parte di suo padre, ma botte date con espedienti che non lasciassero lividi per le esibizioni dei suoi figli. Tale era la violenza di Joe Jackson, che Michael spesso vomitava semplicemente alla notizia che suo padre fosse in casa. Oxman ha parlato del suo cliente in termini che non corrispondono alla realtà dei fatti.
5) Il Sig. Ghini ha parlato della possibilità che il dottor Klein possa essere il padre biologico dei due figli maggiori di Michael Jackson. A questo proposito, vorremmo ricordare che durante le udienze che si tennero per la sua eredità, il dermatologo tentò di impossessarsi di una parte del suddetto patrimonio, dichiarando di essere il padre biologico di Prince e Paris, ma quando il giudice gli intimò di produrre delle prove che sostenessero tale affermazione, ovviamente non fu in grado di produrle per il semplice motivo che non è il padre. Più tardì disse che aveva agito così "per amore dei bambini", ma viene spontaneo avere delle forti perplessità in proposito. Tali udienze sono facilmente reperibili in rete.
Avete nominato anche l'assistente di Klein sostenendo che dichiarò di essere l'amante di Michael Jackson. Pfeiffer è solo una delle tante persone che ha voluto sfruttare il nome di Michael per farsi pubblicità. Durante il processo del 2005 è emerso, come si evince da atti processuali, che l'artista non era omosessuale.
6) E' stato definito "delicato" il rapporto tra Michael Jackson e i bambini: perché? E' veramente vergognoso vedere quanto i media si ostinino a fare insinuazioni relative a questo argomento. Non c'è niente di cui non si possa parlare, niente che non sia stato chiarito: MICHAEL JACKSON E’ STATO ASSOLTO DA OGNI ACCUSA, E NON PER INSUFFICIENZA DI PROVE, MA PERCHE’ E’ STATO ACCERTATO CHE QUEI FATTI NON SONO MAI ACCADUTI. Nella nostra precedente lettera avevamo scritto: "all’apice della sua carriera di Artista, è stato tacciato dell'accusa più terribile e infamante, quella che ha ucciso quest’uomo ancor prima che venisse ufficializzata la sua morte: essere un pedofilo,che ha avvelenato per sempre agli occhi del mondo il suo amore PURO e GENUINO verso i bambini, e quando diciamo per sempre intendiamo anche gli anni successivi al regolare processo da lui affrontato nel 2005, dove fu chiamato a rispondere di 14 capi di imputazione per i quali venne proclamato, uno dopo l’altro, NON COLPEVOLE (per una sintesi accurata in merito, inconfutabile nei riferimenti documentali, Vi invitiamo a vedere quest’altro video: http://www.youtube.com/watch?v=XuG41e2NJg8).
Si potrebbe continuare ad oltranza con la" macchina del fango" patita da MJ quando era in vita, ma anche innanzi alla sua morte sembra non essersi arrestata: ancora adesso si sentono accuse e notizie di gossip assurde, mentre poco o niente si è detto o si dice riguardo alle sue innumerevoli opere caritatevoli (un ultimo video per averne un’idea: http://www.youtube.com/watch?v=Gq0pHetpJsU)
Di questo meccanismo, magistralmente denunciato in questo articolo: http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=156:uno-dei-piu-vergognosi-episodi-nella-storia-del-giornalismo&catid=35:articoli-verita-sulla-vita&Itemid=60 Vi invitiamo a NON essere complici, considerando il delicatissimo argomento del delitto commesso ai danni del Re del Pop che Vi apprestate a trattare e corrediamo il nostro invito con fondate confutazioni a tutte le inesattezze riscontrate nel libro scritto dal Sig. Guaitamacchi, che rischiano di viziare la puntata incentrata su di lui in un modo che di certo Michael Jackson non merita."
Neanche a questo avete dato ascolto. Se non ritenete esauriente il materiale inerente a ciò che successe durante il processo a Michael Jackson, vi invitiamo a leggere un libro nel quale sono riportati gli atti processuali: "IL COMPLOTTO" della reporter investigativa Aphrodite Jones. La Jones assistette personalmente al procedimento penale e successivamente analizzò, dietro permesso speciale del giudice Rodney Melville, tutti i relativi atti e reperti. In una nota dell'autrice si legge:
"Spero che questo libro raggiunga anche quelli che non sono sostenitori di Jackson, e arrivi a quei milioni di individui che si sono fidati della televisione e della stampa. Anche troppo. Se la verità avrà la meglio, allora in un modo o nell'altro la gente aprirà il proprio cuore."
La sua decisione di redigere questo volume nacque perché, se poteva perdonarsi il fatto di essere stata tra coloro che ritenevano l’artista colpevole prima che il processo cominciasse, le risultava insopportabile l’idea di tacere ancora ciò che quei mesi in aula le avevano dimostrato, ciò che era stato sancito dal verdetto dei giurati e che invece l’intero circo mediatico continuava a sovvertire.
Nella parte interna della copertina (ristampa 2010) la Jones scrive: "Questo libro rivela la verità su ciò che accadde dentro e fuori il tribunale durante il clamoroso processo a Michael Jackson di S.Maria, California. Nel 2005 ero convinta che fosse colpevole, ma sapevo che l'unico modo per conoscere la verità era andare di persona in tribunale. Per cinque mesi, seduta in aula al fianco di Michael Jackson, mi sono chiesta se avesse realmente abusato di minorenni. Non mi sembrava una persona capace di farlo. Più tardi, mi sono resa conto dell'esistenza di un complotto che coinvolgeva gli avvocati dell'accusa e una certa élite mediatica. Al centro, i soldi e la fama. Adesso mi chiedo cosa sia la giustizia negli Stati Uniti e nel mondo se i media possono manipolare la verità fino a questo punto. Non c'è da stupirsi che Michael Jackson abbia lasciato gli Stati Uniti rimanendo un "uomo senza casa" fino al giorno della sua morte."
Dalle testimonianze e dai documenti depositati durante il processo, emerse la vera personalità dell’artista: sul palco una forza della natura, nella vita reale una persona estremamente timida e ipersensibile, umile, dall'animo gentile e troppo generosa, "niente a che spartire col personaggio dei tabloid" (A. Jones). Era mosso da un amore puro verso i bambini e non sopportava vederli soffrire poiché lui stesso aveva sofferto durante la sua infanzia ed era un ineguagliabile filantropo. Perciò, nella sua casa in California ospitava bambini bisognosi e malati provenienti da ogni parte del mondo, cercando in tutti i modi di alleviare le loro sofferenze, anche impegnandosi in prima persona. E non smetteva di farlo quando il suo lavoro lo portava all’estero, dove prima di ogni concerto dei suoi tour si recava negli ospedali e negli orfanatrofi locali per regalare ai bambini meno fortunati la gioia di un ricordo speciale.
In aula emerse, inoltre, che Michael Jackson era circondato da avvoltoi senza scrupoli che cercavano costantemente di truffarlo, sfruttarlo e di mettere le loro mani sul suo denaro, come del resto sta succedendo anche adesso; non avrebbe dovuto fidarsi di nessuno, a partire dai suoi manager e soci, passando per le persone che ospitava a casa sua e di cui si prendeva cura, proprio come chi lo accusò e famiglia, fino ad arrivare all'ultimo degli inservienti di Neverland. Invece, nella realtà si fidava di tutti perché la sua grande e genuina bontà d'animo gli impediva di vedere il lato peggiore delle persone.
Durante il processo si discusse anche del caso J. Chandler, il ragazzo che accusò Michael Jackson sempre di molestie sessuali nel 1993. I documenti mostrati in aula chiarirono una volta per tutte che pure in quell'episodio non c'era stato altro che un'estorsione ai danni dell'artista e fu dimostrato che quest'ultimo si era opposto alla transizione che portò nelle tasche del padre di J. Chandler una ingente somma di denaro; in realtà tale operazione fu portata a termine dall'Assicurazione del cantante su richiesta dei suoi manager e soci in affari, preoccupati per le gravi perdite finanziarie che un processo in quel momento, con un tour in pieno svolgimento avrebbe potuto determinare. Da non dimenticare la registrazione telefonica tra Evan Chandler e il patrigno di Jordan dove il primo dice chiaramente che per lui le ripercussioni su suo figlio sono irrilevanti, gli interessa solo che l'artista stia ai suoi comodi (ovvero che gli finanzi il progetto cinematografico al quale stava lavorando) o gli avrebbe distrutto la carriera.
7) Altra insinuazione che non trova alcun fondamento: la camera iperbarica nella quale Michael Jackson avrebbe dormito. Niente di più falso: è scientificamente impossibile dormire in una camera iperbarica, come si può ancora parlare di una storia così sciocca inventata dai tabloid in seguito ad una foto scattata a Michael Jackson mentre aveva voluto per gioco sdraiarsi all’interno del macchinario che aveva donato all’ospedale per ustionati dove era stato ricoverato in seguito al suo incidente?
Ribadiamo: “servizio pubblico” RIDICOLO.
8) In merito all'argomento su cui avete incentrato la puntata, la presunta dipendenza da farmaci di Michael Jackson, vi rinfreschiamo la memoria riprendendo quanto avevamo già chiarito nella nostra lettera precedente:
"DAGLI ESAMI TOSSICOLOGICI RESI NOTI NON E’ POSSIBILE EVINCERE ALCUNA DIPENDENZA DA QUALCHE SOSTANZA.
Tossicologi forensi hanno dichiarato che per stabilire se una persona è dipendente da qualche sostanza è necessaria l'analisi del capello, ma i report analitici finora pubblicati non delucidano su un'eventuale dipendenza e neanche se gli esami sono stati fatti in
modo completo.
Occorrerebbe fare valutazioni diverse per ogni singola sostanza in relazione alla tipologia della metodica utilizzata ed ai valori minimi; in via generale, nelle urine si possono rilevare sostanze assunte nei giorni precedenti, ma anche in questo caso bisogna conoscere i limiti di rivelabilità, anche perché si tratta di sostanze esogene, in particolare le benzodiazepine, che vengono utilizzate a scopi terapeutici in quantità moto basse, per cui è necessario utilizzare un limite di rilevabilità molto basso.
NE CONSEGUE CHE QUALSIASI INSINUAZIONE SULLA DIPENDENZA DAI FARMACI DI MICHAEL JACKSON AL MOMENTO DELLA SUA MORTE E' PRIVA DI QUALUNQUE FONDAMENTO SCIENTIFICO E BASATA SOLO SUL PETTEGOLEZZO.
Sarebbe, invece, interessante notare come la quantità di propofol, il farmaco ANESTETICO con cui Michael Jackson è stato INTOSSICATO, sia molto bassa nelle urine rispetto a quella ematica: questo SIGNIFICA CHE il decesso deve essere avvenuto in un lasso temporale piuttosto ristretto dal momento della somministrazione del farmaco perché, secondo quanto asserito da un tossicologo forense che ha esaminato i risultati dei test tossicologici resi noti, Michael Jackson non è riuscito a metabolizzare il propofol che pertanto è andato in sovradosaggio.
Nel libro, è riportato che Michael Jackson fosse stato messo in guardia dal forte rischio di dipendenza dal propofol, ma a fronte di questo palese tentativo di discolparsi da parte di Murray non viene chiarito che il propofol, essendo un ANESTETICO, NON AGISCE SUI CIRCUITI CEREBRALI DEL PIACERE, quindi NON PUO’ in alcun modo creare dipendenza fisica, semmai psicologica, legata cioè alla ritualità comportamentale del trattamento. In questo caso, non si capisce perché il dottor Murray abbia deciso di provare a “disintossicare” Michael Jackson da una potenziale dipendenza da propofol somministrandogli delle benzodiazepine, che possono invece produrre effetti di dipendenza fisica, piuttosto che utilizzare un Placebo.
Il Sig. Guaitamacchi afferma che il propofol è un farmaco che DI SOLITO si usa per anestetizzare i pazienti in sala operatoria, ma questo farmaco deve essere usato dai medici SEMPRE E SOLO in sala operatoria: http://www.alritalia.it/About_Servizio/sezione_clinica/miscellanea/Q.%20Piacevoli.pdf dove è possibile disporre delle necessarie attrezzature per la rianimazione, e certamente NON HA ALCUNA INDICAZIONE PER IL TRATTAMENTO DELL'INSONNIA, riferito dal dottor Murray nella dichiarazione giurata. Quando l'autore specifica che il dottor Murray somministrò il farmaco a Michael Jackson per 6 settimane, dà ancora una volta un'informazione parziale, dal momento che, se nell'affidavit (http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=135:affidavit-sulla-morte-di-michael-jackson&catid=34:articoli-verita-sulla-morte&Itemid=61) si legge di un tempo "approssimativo di 6 settimane", il detective Martinez, ultimo testimone del link al punto 1, ha parlato sul banco dei testimoni di un trattamento ripetuto ogni singola notte per oltre due mesi, secondo quanto confessato dallo stesso cardiologo durante l’interrogatorio con la polizia del 27 giugno 2009. E sempre nella quinta udienza preliminare, si apprende dalla testimonianza del farmacista Tim Lopez che il primo ordinativo di propofol eseguito dal dottor Murray risale al 6 aprile 2009, quindi proprio poco più di due mesi dalla morte di Michael Jackson.
Inoltre, dall'analisi dei mandati di perquisizione allegati al referto autoptico si rileva che, per quanto concerne i farmaci che potrebbero dare dipendenza, a Michael Jackson venne prescritta una benzodiazepina a dicembre del 2008 (temazepam, di cui ha assunto 27 pasticche su 30) e due ad aprile 2009 (clonazepam: assunte 22 su 30 e lorazepam: 21 su 30), ma come si può notare non terminava neanche le confezioni, piuttosto insolito per un “dipendente” (tabella consultabile a questo link: http://www.megaupload.com/?d=N3UUZEC7)
Ancora dalla testimonianza, nella quinta udienza preliminare, del farmacista presso il quale il dottor Murray si riforniva di propofol, è emerso che il dottore gli richiese anche la preparazione di formulazioni ENERGIZZANTI, che potessero dare MAGGIORE VEGLIA, per le quali fosse NON necessaria la prescrizione medica (fornitegli in capsule ECA: efedrina-caffeina-aspirina), dicendo che erano per sé stesso. Tuttavia, l’autopsia disposta sul corpo di Michael Jackson ha rilevato tracce di efedrina NEL SUO ORGANISMO (potete verificarlo su quest’altra tabella:http://www.megaupload.com/?d=H49DA8XK): considerando che l’artista da anni era afflitto da insonnia, uno degli effetti collaterali proprio dell’efedrina, quella stessa insonnia che il dottor Murray ha dichiarato di voler "curare" attraverso un farmaco anestetico, è inverosimile pensare che fosse lui stesso ad assumerla CONSAPEVOLMENTE ed è lo stesso dottor Murray, nel tentativo di giustificare la sua somministrazione di propofol a Michael Jackson, a ricordare che la pop star si lamentava del fatto che se NON fosse riuscito a dormire, non avrebbe potuto portare a termine l’impegno dei suoi concerti.
Sull’efedrina:http://digilander.libero.it/bbzone/doping_eca.htm
Testimonianza del farmacista:
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=94:testimonianze-della-quinta-udienza-preliminare-del-10-gennaio-2011&catid=34:articoli-verita-sulla-morte&Itemid=61
E' vero che Michael Jackson negli anni ’90 soffrì di dipendenza dal Demerol, un farmaco a base di meperidina usato nel trattamento terapeutico del dolore da moderato a severo (http://www.drugs.com/demerol.html) che egli fu costretto ad assumere proprio per i dolori fisici cronici dovuti alle sue patologie, lupus e sindrome del dolore neuropatico provocatagli dalle ustioni subite nell’incidente sul lavoro del 1984, cui si sommarono poi le sofferenze psicologiche dovute alle false e ingiuste accuse mosse contro di lui. Ma è altrettanto vero che provvide a disintossicarsi, preoccupandosi di trovare delle alternative dal momento che la cronicità del suo dolore non gli permetteva di sopravvivere senza alcun trattamento farmacologico.
Si legga questa nota scritta di suo pugno in proposito: http://www.megaupload.com/?d=78GEIMF7 e si apprenda su questo sito di medicina che le persone che devono assumere forti antidolorifici per dolori cronici NON possono essere considerate tossicodipendenti:
http://www.msd-italia.it/altre/manuale/sez15/1951701.html "
Dunque gli venivano somministrati "energizzanti" che procurano veglia , con le relative conseguenze ed effetti collaterali, di giorno e anestetico e benzodiazepine la notte...sembra che venisse drogato intenzionalmente: una persona drogata è più facile da sottomettere...a chi poteva far comodo un MJ sottomesso? Alla società promotrice dei concerti? Del resto i rapporti tra Murray ed AEG Live sono documentati da un contratto ,di cui anche voi avete dato un accenno, che, ricordiamolo, il cantante non ha mai firmato: http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=174:aeg-e-conrad-murray-lo-scambio-di-email-ed-il-contratto&catid=34:articoli-verita-sulla-morte&Itemid=61
Invitiamo a leggere, inoltre, questo interessante articolo e relativi commenti: http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=165:michael-jackson-non-era-un-drogato-ma-e-stato-drogato&catid=34:articoli-verita-sulla-morte&Itemid=61
Questa, invece, è un'intervista di A. Jones al dottor Treacy, un medico che ebbe in cura MJ per i suoi problemi dermatologici quando era in Irlanda, circa tre anni prima della morte. Il dottor Treacy dichiara che in quel periodo non ha prescritto a Michael Jackson farmaci per dormire e che il cantante, in occasione di un piccolo intervento, non volle che gli venisse somministrato il midazolam (era tra i farmaci che, invece, poi lo hanno ucciso), perché non era presente un anestesista. Per altri interventi era stato usato il propofol, un farmaco di certo non inventato per Michael Jackson, e lui aveva sempre richiesto la presenza di un anestesista.
http://www.truth4mj.it/mj/index.php?option=com_content&view=article&id=166:il-dottor-patrick-treacy-su-michael-jackson-ha-vissuto-la-sua-fede&catid=35:articoli-verita-sulla-vita&Itemid=60
Per quanto riguarda le possibili strategie della difesa del dottor Murray nel suo processo per omicidio colposo, il Sig. Duke ne ha esposte due: l'ingestione del propofol da parte di Michael Jackson e l'autoiniezione. Riguardo alla prima, al di là della considerazione poco realistica di una persona che ingerisce un farmaco che si somministra per via endovenosa, riferiamo le dichiarazioni di tossicologi forensi secondo le quali la presenza di una piccola quantità di propofol nel contenuto gastrico può essere riconducibile a diversi fattori, come, ad esempio, una contaminazione esterna durante gli esami, oppure la provenienza da organi limitrofi. Come detto nella precedente lettera, essi ritengono che la massiccia presenza di propofol nel sangue rispetto a quello rilevato nelle urine comprovi che, dopo la somministrazione per via endovenosa, il farmaco non sia stato metabolizzato e sia andato in sovradosaggio.
Per quanto concerne l'autoiniezione, ricordiamo che il caso è stato classificato come OMICIDIO proprio perché è stato riscontrato dal medico legale, in sede di autopsia, che vista la posizione del catetere per l'endovenosa, era praticamente impossibile che Michael Jackson potesse iniettarsi da solo il farmaco o i farmaci.
E' stato detto che il processo contro il Dott. Murray svelerà il mistero sulla morte di Michael Jackson, ma chiunque conosca questo caso nutre forti dubbi al riguardo dal momento che la polizia di Los Angeles ha limitato le indagini al dottore, lasciando in sospeso molti interrogativi riguardanti altre possibili persone coinvolte.
Ci piace concludere richiamando ancora una volta ciò che scriveva Michael nella sua autobiografia riguardo ad Elvis: "L'autodistruzione di Elvis mi ha sempre interessato, proprio perché vorrei evitare di percorrere il suo stesso cammino." Era su questa asserzione che avreste dovuto impostare il programma, come vi avevamo invitato a fare, ma ancora una volta si è preferito il sensazionalismo alla verità: è successo ripetutamente, come detto, durante la sua breve vita… Michael Jackson è morto anche per questo.
Saluti.
www.truth4mj.it
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