PRIMA UDIENZA PRELIMINARE del processo THE PEOPLE vs CONRAD MURRAY: DICHIARAZIONE DI APERTURA DEL PROCURATORE WALGREN E TESTIMONIANZA DI KENNY ORTEGA
Le seguenti informazioni sono basate sulle TRASCRIZIONI UFFICIALI del processo, che è illegale pubblicare integralmente.
Nella prima giornata di udienza preliminare del 4 gennaio 2011, il Vice Procuratore Distrettuale David Walgren ha presentato il caso con la seguente dichiarazione di apertura:
Michael Jackson si stava preparando per uno dei tour più importanti della sua vita, il cosiddetto "This Is It" che si sarebbe svolto a Londra a partire dal mese di luglio 2009
Egli era impegnato nelle prove allo Staples il tardo pomeriggio e la sera.
Nonostante un contratto ufficiale non fosse stato definito, Conrad Murray lavorava come medico personale di Michael. Murray andava a casa di Michael a tarda sera, a mezzanotte o all’una del mattino
Stando a quanto dichiarato da Murray, egli ebbe in cura Michael Jackson per almeno sei settimane. Per stessa ammissione di Murray, stava somministrando a Michael Jackson il Propofol almeno 6 notti a settimana.
Il Propofol è un potente anestetico usato prima degli interventi chirurgici. Non c’è alcuna indicazione per la quale il Propofol venga usato nel trattamento dell’insonnia.
Martedì (23 giugno 2009), Michael fece le prove allo Staples. Egli era "ottimista" ed "energico". Tutti i partecipanti erano rimasti colpiti dalla forza di Michael.
Mercoledì (24 giugno 2009), un'altra grande sessione di prove. Michael lasciò lo Staples "molto ottimista per il futuro". Quando Michael arrivò a casa sua, il personale addetto alla sua sicurezza vide la macchina di Murray parcheggiata nel vialetto. Essi assunsero che Murray fosse in casa.
Le prove dimostreranno che Michael era già morto molto tempo prima che i paramedici arrivassero.
C’erano solo 2 persone in casa: Michael e Murray. Michael è deceduto.
Le prove sveleranno la distrazione e la disattenzione di Murray.
Una testimone testimonierà che durante una chiamata effettuata alle ore 11.51, 10-11 minuti di telefonata, la conversazione telefonica fu interrotta da Murray. La testimone (Sade Anding) sentì dei rumori in sottofondo dalla parte di Murray. Lei riagganciò e provò a richiamare Murray, ma non riuscì a raggiungerlo. L’accusa crede che questo sia avvenuto nel momento in cui Murray si rese conto che Michael non respirava ma ritiene che Michael avesse smesso di respirare molto prima.
Invece di chiamare il 911, Murray chiamò l’assistente di Michael, Michael Amir Williams, alle 12:13. Gli lasciò un messaggio che chiedeva al Signor Williams di chiamarlo immediatamente. Il Signor Williams richiamò Murray alle ore 12.15. Murray gli disse: "Michael ha avuto una brutta reazione, vieni qui subito"
Il Signor Williams telefonò a Faheem Muhammad che era a casa di MJ, ma se ne era allontanato per andare in banca.
Dopo essersi reso conto che Faheem Muhammad non era alla proprietà, il Signor Williams chiamò Alberto Alvarez alle ore 12.17
Alberto Alvarez vide Murray praticare il CPR (rianimazione cardiopolmonare) su di un letto morbido e con una mano.
In questo momento critico, invece di chiedere ad Alberto di chiamare il 911 immediatamente, Murray lo istruì a raccogliere i medicinali e la sacca di soluzione fisiologica.
Solo una volta che la scena fu ripulita, Murray chiese ad Alberto di chiamare il 911
La chiamata delle ore 11.51 durò circa 11 minuti, il che vorrebbe dire che Murray si accorse di Michael intorno a mezzogiorno. Questo significa che aspettò almeno 21 minuti prima di chiamare il 911
I paramedici furono chiamati alle ore 12:22 e arrivarono alle 12:26. La loro prima osservazione fu che Michael aveva gli occhi sbarrati, fissi e dilatati. Michael era asistolico (nessuna attività cardiaca).
I paramedici chiesero a Murray "qual è la sua condizione clinica di partenza?" Murray rispose "E’ disidratato, sfinito dalle prove. Nessuna condizione clinica di partenza "
I paramedici fecero domande a Murray sui farmaci che aveva dato a Michael. Egli menzionò solo il Lorazepam. Non disse nulla riguardo al Propofol, "ovviamente, le informazioni sarebbero state molto utili per i paramedici ed i medici che successivamente si presero cura di Michael all’UCLA. Se fossero stati pienamente informati di quello che il dottor Murray aveva fatto, avrebbe potuto agire in conformità. "
I paramedici furono costantemente in contatto con la linea base dell’UCLA. Dopo che il bicarbonato di sodio non invertì nulla e dopo il fallimento dei trattamenti di adrenalina e atropina, l’UCLA voleva che fosse proclamato il decesso del paziente alle ore 12:57.
Murray rifiutò di farlo. L’UCLA chiese a Murray di assumere il controllo della cura del paziente.
Alle ore 13:07, Michael venne trasportato all’UCLA, dove arrivò alle ore 13:13
Il personale medico dell’UCLA, le dottoresse Cooper e Nguyen, assunsero il controllo della cura di Michael
Le dottoresse Cooper e Nguyen chiesero a Murray che cosa avesse somministrato a Michael cosicché “potevano essere informate al meglio per trattare Michael e provare a salvargli la vita." Murray disse di aver somministrato a Michael il Lorazepam e che Michael "poteva avere ricevuto" Flomax e Valium
Alle ore 14:26, Michael venne dichiarato morto
Il giorno seguente, la polizia di Los Angeles cercò di raggiungere Murray inutilmente
Il 29 giugno 2011, la polizia prese le dichiarazioni di Murray, che vennero registrate
Le prove dimostreranno che "il dottor Murray ha manifestato azioni che hanno mostrato un’estrema deviazione da quelli che sono gli standard di cura previsti".
I seguenti fatti:
- il Propofol venne somministrato in un ambiente domestico, in assenza di apparecchiature di monitoraggio adeguate;
- il propofol non è usato per curare l'insonnia;
- il propofol venne somministrato insieme ad un certo numero di benzodiazepine, il cui effetto contribuì ad aumentare l'impatto del propofol",
- il dottor Murray abbandonò il suo paziente
- il dottor Murray praticò un CPR inefficace
- il dottor Murray mancò di chiamare tempestivamente il 911
- il dottor Murray mancò di tenere le cartelle cliniche
- il dottor Murray mancò di rendere noti ai paramedici e ai medici dell’UCLA i farmaci che aveva somministrato a Michael
hanno determinato la morte di Michael Jackson.
Il primo a salire sul banco dei testimoni per conto dell’accusa è stato KENNY ORTEGA, coproduttore e codirettore artistico del This is It, il progetto delle ultime performance dal vivo di Michael all’arena O2 di Londra programmate per i primi di luglio del 2009.
Ortega è stato anche il primo a rivelarsi per il bugiardo che è.
A questo link: http://www.youtube.com/watch?v=8PUgdBcjrlo&feature=player_embedded è possibile vedere uno dei tanti video in cui Ortega alla fine di ottobre del 2009 parla del film This is It, il documentario realizzato con le riprese delle prove dello spettacolo di Michael e proiettato in contemporanea nelle sale cinematografiche di tutto il mondo fino ai primi di novembre. Ortega nega qualunque tipo di malessere di Michael durante quelle prove, lo descrive assolutamente entusiasta, felice e nella forma fisica più consona alla sua età e allo sforzo richiesto dalle esibizioni.
Nell’aula del tribunale però, Ortega ha fatto dichiarazioni che contraddicono ogni sua intervista all’epoca dell’uscita del film.
Alle domande del sostituto procuratore Walgren, Ortega ha risposto ricordando di aver incontrato Michael per la prima volta nel 1991, incontro dal quale nacque il suo rapporto di lavoro con Michael per il Dangerous Tour del 1992 come direttore della coreografia. La collaborazione con Michael per il This is It Tour cominciò ad aprile 2009, con 3/4 incontri settimanali durante il processo di creazione e 4/5 una volta che la produzione venne avviata.
Le sessioni di prove impegnavano Michael nel tardo pomeriggio/sera, approssimativamente 4 volte a settimana, per circa 6 ore al giorno.
Secondo Ortega, Michael era entusiasta del suo tour, pensava che i suoi figli fossero abbastanza grandi per poterlo apprezzare. Egli voleva farlo anche per "i suoi fans che gli erano rimasti così fedeli nel corso degli anni.". Michael voleva usare la sua arte "per ricordare alla gente l'importanza di prendersi cura del nostro pianeta e gli uni degli altri".
Dopo i 50 concerti a Londra, Michael voleva portare lo spettacolo ad un livello internazionale, in posti come l'India e il Giappone.
"Una volta terminato il suo tour, Michael voleva tornare e lavorare insieme a me come regista cinematografico"
Il 19 giugno 2009 si preoccupò per lo stato nel quale Michael raggiunse lo Staples Center per le prove: “Sembrava NON stesse affatto bene. TREMAVA E RIUSCIVA A MALAPENA A PARLARE."
Michael rinunciò alle prove, facendosi sostituire dai coreografi e sedendosi a guardare in platea insieme ad Ortega.
Ortega capì che Michael non era in condizioni di stare alle prove. "Dava l’impressione di essere davvero smarrito. Era spaventoso. Non riuscivo a capirne il vero motivo. Non sapevo esattamente cosa non andava, ma sapevo che stava succedendo qualcosa. Gli dissi: Michael, è questo il posto migliore per te in cui stare oppure vuoi andare a casa e stare con la tua famiglia? E lui rispose: Per te andrebbe bene (se andassi a casa)? Io dissi: Certo. E lui andò via.”
Ortega non aveva mai visto Michael in quelle condizioni.
Il giorno dopo, 20 giugno 2009, ci fu un incontro a casa di Michael in cui erano presenti Ortega; Frank Di Leo, il presunto manager di Michael; Randy Phillips, il responsabile dell’organizzazione dei concerti per conto della società AEG; e Conrad Murray.
Ortega aveva incontrato Murray a casa di Michael un giorno di aprile o maggio 2009: egli si era recato da Michael per un incontro creativo, Murray era lì e Michael li aveva presentati.
Ad Ortega sembrò chiaro che quella riunione fosse stata indetta a causa sua, che si trattava di lui, ma non sa chi fu ad indirla quella riunione. Murray era arrabbiato con lui per aver rispedito Michael a casa. Murray rimproverò Ortega dicendogli che lo stato fisico e psicologico di Michael era buono e che era in grado di gestire le sue responsabilità verso lo spettacolo. Ricordò ad Ortega che non era dato a lui prendere decisioni di quel tipo perché non era lui il medico di Michael e doveva lasciare che della sua salute se ne occupasse Murray. Ortega ha detto che lui replicò a Murray che secondo la sua opinione, Michael il giorno prima non era sufficientemente in salute per stare sul palco, che se lo avesse fatto sarebbe stato pericoloso per lui e che in ogni caso quella di ritornare a casa era stata una scelta di Michael.
Dopo quella riunione, le prove erano fissate per il martedì 23 giugno 2009. Sia le prove del 23 giugno, che quelle del giorno dopo andarono benissimo. Per le prove di giovedì 25 giugno 2009, Michael era molto eccitato perché avrebbero provato un numero di illusionismo.
Il 25 giugno 2009 a prendere Michael per portarlo alle prove stava andando Randy Phillips. "Si stavano incontrando per qualche motivo, poi Randy stava andando a prenderlo per le prove".
Ortega chiamò Randy per dirgli: "Perfavore, fai sapere a Michael quanto sono eccitato, non vedo l'ora di provare questo pomeriggio". Randy disse: "Pensavo stessi chiamando per un altro motivo. Sono a casa di Michael e c'è un'ambulanza, sta lasciando la proprietà"
"Eravamo proiettati verso un risultato grandioso, verso il fatto che la visione di Michael stava per essere compiuta, ma a volte, lo avevo messo in discussione. Michael non sempre si era presentato alle prove. Ci fu un periodo di tempo nel quale fu assente. Questo mi creò ansia. Era difficile andare avanti senza il coinvolgimento di Michael. Il 19 giugno 2009, Michael non sembrava presente come lo era di solito".
Controinterrogatorio dell’avvocato di Murray Ed Chernoff
Domanda sospesa: "Sarebbe d'accordo con me nel dire che il gruppo di persone presenti alla riunione non era esattamente indice di una riunione che si ha quando qualcuno si ammala per un giorno?"
Domanda: "La conversazione nel corso della riunione del 20 giugno riguardava il fatto che Jackson era stato male in diverse occasioni e aveva saltato le prove. Lei ricorda quella conversazione? "Ortega risponde “No”
Domanda: "Ricorda che tre settimane prima di tale riunione, lei aveva avuto lo stesso tipo di riunione presso la residenza di Michael Jackson alla quale erano presenti le stesse persone?" Ortega risponde "No"
Domanda: "Ricorda che c’era stata qualche conversazione con AEG sul fatto che Michael Jackson saltasse le prove?" Ortega risponde "Sì"
Domanda: "C'era parecchia preoccupazione per questo?" Ortega risponde "dal mio punto di vista, sì"
Domanda: "Ricorda di aver urlato contro Michael nella riunione del 20 giugno, dicendogli che doveva tornare allo show?" Ortega risponde "No"
Domanda: "Ricorda di avere avuto una conversazione con Karen Faye dopo la riunione del 20 giugno in merito alla riunione stessa e di come lei avrebbe dovuto trattare Michael?" Ortega non ricorda.
Domanda: “Quando avete cominciato le riprese del film This is It?” Ortega risponde "noi non abbiamo fatto riprese per quel documentario. Michael stava filmando per il suo uso personale”
Domanda' "Quindi, lei sta dicendo che dal mese di aprile, maggio e giugno, ci sono riprese filmate di ogni singola prova?" Ortega evita una risposta diretta "Quelle erano per uso personale di Michael". Chernoff "Quindi, esistono da qualche parte?" Ortega "Sì". Chernoff "Dove?" Ortega "Le telecamere non erano sempre azionate. E’ successo sempre SE lui lo chiedeva”
Il 25 giugno 2009, di pomeriggio, Paul Gongaware chiamò Ortega dall'ospedale.
C'è stato un periodo di tempo, giorni accumulatisi circa per una settimana all'inizio di giugno 2009, in cui Michael saltò le prove.
Ortega ha detto di non aver urlato contro Michael durante la riunione del 20 giugno ma che "avemmo una reazione emotiva. Michael mi disse 'Lo so che mi vuoi bene e ti preoccupi per me, so che presti attenzione a quello che è il mio miglior interesse, ma non ti devi preoccupare. Io sto bene. Sono in grado di gestire questa situazione”. La sua voce calmò Ortega che fece un passo indietro. Michael abbracciò Ortega e gli disse "Non ti preoccupare, siamo in grado di fare questo e lo faremo." Ortega ha dichiarato che anche se ha urlato, è stato perché era preoccupato.
L’arrivo di Michael alle prove del 25 giugno 2009 era previsto per le 16.00 o le 16.30.
ANALISI SULLA TESTIMONIANZA DI KENNY ORTEGA:
La testimonianza di Ortega durante l'udienza preliminare non rimanda più a quel ritratto di uomo straordinariamente contento ed elettrizzato all’idea di tornare sul palco che egli aveva dato di Michael dal giorno della sua morte. Davanti al giudice, Ortega ha parlato di un uomo troppo debole e fragile per sostenere persino una sessione di prove. E' lecito chiedersi come avrebbe potuto sostenere un vero e proprio concerto innanzi al pubblico.
Ma le contraddizioni di Ortega non finiscono qui.
Infatti, egli ha aggiunto che il 23 e il 24 giugno furono 2 magnifici giorni di prove e che Michael era felice e stava bene. Del 23 giugno ha detto: “Era il Michael che tutti noi conoscevamo. Era di ottimo umore e passammo una gran giornata.” In merito all’ultima conversazione che ebbe con lui: “Mi disse che era molto, molto felice. Che sentiva che il sogno era lì a portata di mano. Mi disse di ricordare a tutti quanto li volesse bene ed apprezzasse il loro duro lavoro”.
Perciò, stando alla sua testimonianza, Michael il 19 giugno 2009 stava così male da non riuscire a reggersi in piedi e il 23 giugno era in forma smagliante. Certo, si può pensare che Michael in 4 giorni fosse riuscito a recuperare completamente la sua salute, ma dal blog di Ortega è possibile risalire a nemmeno 24 ore prima che Michael fu costretto a tornare a casa, cioè alle sessioni di prove del 18 giugno 2009, che lui quel giorno descrisse come strepitose (http://www.facebook.com/group.php?gid=112835465428699&v=photos#!/photo.php?fbid=494444648554&set=o.112835465428699&pid=5834765&id=682258554).
E resta sempre da tenere presente quel periodo di tempo in cui Michael saltò le prove senza alcuna spiegazione.
Se è quindi plausibile ritenere che Ortega abbia retto l’impianto accusatorio contro Murray, che ha voluto sottolineare il fatto che Michael NON fosse in difficoltà i giorni immediatamente precedenti alla sua morte provocata dal dottore, non è altrettanto facile spiegarsi come dalle prove strabilianti del 18 giugno Michael sia passato all’incapacità di stare sulle sue gambe il 19 giugno e come Ortega abbia sempre ribadito le sue perfette condizioni di salute in seguito alla sua morte e adesso racconti di sessioni di prove saltate, senza che lui ne conoscesse il motivo, che non permettevano allo spettacolo di andare avanti.
Quando è che Ortega ha mentito? Nel periodo immediatamente successivo alla morte di Michael o il 4 gennaio 2011 sotto giuramento? Oppure tutte e due le volte? E perché lo ha fatto o lo sta facendo ancora adesso?
Kenny Ortega è stata sicuramente una persona vicina a Michael per molti anni. Il Dangerous Tour del 1992/1993 e l’History Tour del 96/97 furono i primi straordinari frutti della loro collaborazione artistica. Tuttavia, durante il concerto di beneficenza “Michael Jackson & Friends” del giugno 1999 a Monaco di Baviera Michael subì un pericoloso incidente mentre eseguiva la canzone Earth Song
http://www.youtube.com/watch?v=2CnZpcwm0FM sospeso in aria sulla rampa meccanica, ad un certo punto qualcosa andò storto ed il ponte ricadde al suolo a forte velocità provocandogli dei danni alla schiena e al torace che lo costrinsero a fare i conti con atroci dolori.
La responsabilità di questo incidente spettava a Kenny Ortega, che era il supervisore durante quel concerto, ma lui lasciò frettolosamente la Germania senza nemmeno scusarsi con Michael e da allora i loro rapporti si incrinarono.
Sembra che Ortega porse finalmente le sue scuse a Michael quando fu contattato per il This is It.
Ma evidentemente non erano scuse sentite perché in caso contrario avrebbe detto la verità allora, o almeno comincerebbe a raccontarla adesso. Invece, in questi stessi giorni Ortega ha depositato dei documenti presso la corte di Los Angeles con una richiesta di esonero dalla querela che Katherine Jackson nel mese di settembre del 2010 ha sporto contro la AEG e anche contro di lui come dipendente della suddetta società in qualità di direttore artistico. La querela verte sulla responsabilità di tutti quelli che facevano riferimento alla AEG di essere a conoscenza delle condizioni che hanno portato Michael alla morte, responsabilità alla quale Ortega vuole sfuggire sostenendo semplicemente di non aver avuto nulla a che fare con la somministrazione dei farmaci a Michael.
E c’è infine un’ulteriore ragione per interrogarsi sull’attendibilità di Ortega: nel controinterrogatorio al quale è stato sottoposto da Edward Chernoff, l’avvocato difensore di Conrad Murray, ha negato di aver mai avuto una qualunque conversazione con Karen Faye, la make-up artist di Michael ugualmente coinvolta nel progetto del This is It, sulla riunione del 20 giugno a casa sua. Chernoff gli ha chiesto se ricordasse di aver detto alla Faye di aver richiamato Michael all’ordine in quell’occasione e di aver fallito nel tentativo di conciliarsi con lui, ma Ortega ha ribadito di non ricordare alcuna conversazione con Karen Faye, la quale sostiene tuttora il contrario definendo Kenny Ortega un bugiardo.
Fonti: http://sprocket-trials.blogspot.com/2011/01/dr-conrad-murray-prelim-day-1-part-1.html
http://muzikfactorytwo.blogspot.com/2011/06/conrad-murray-trial-based-on-official.html
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